MIO NONNO ANTONINO

Mio nonno si chiama Antonino, ma tutti lo chiamano Tony.   Lui non è molto alto, è magro, ha il naso un po’aquilino e ha due bellissimi occhi verdi come quelli dei gatti. La cosa che si nota di più del suo aspetto sono le mani, perché le sue sono mani di un uomo che ha sempre lavorato. Quando veste bene, in bar lo chiamano “Giorgio Armani”, sia per i capelli bianchi, sia per le magliette che indossa. Secondo me, ha un bel carattere, dolce e comprensivo, soprattutto con me. Si presenta comunque come un uomo forte, un po’ testardo ma particolarmente “strambo”.                                                                                          Quando lui e la mamma discutono di lavoro, sembra una lotta tra leoni. Alle volte si emoziona, ma si nota che respinge le lacrime..si vede che vuole fare il duro. Mio nonno ha quasi settant’anni, ma lavora come se fosse un giovanotto. Si alza sempre presto, sta in bar e porta ancora avanti quella che mia mamma chiama “La vecchia fattoria”. Falcia i prati con mio prozio, taglia la legna e porta il cibo ai maiali ogni giorno. Le galline però non gli stanno molto simpatiche, infatti, quando entra nel pollaio, brontola di continuo. Da quando sono piccola lo chiamo “bambuc”. Lo sapete il perché? Quando io e mia sorella Michelle combinavamo qualche guaio, lui ci guardava con aria severa ed esclamava:

-Bambuc, avete finito di fare le monelle?-

Bambuc è un’espressione del nostro dialetto, ma io pensavo fosse il suo nome…così per me è rimasto sempre Bambuc. La sua frase preferite è “Ah, povera baracca!”. Forse è un nonno un po’ strano, ma per me è molto bravo e non lo vorrei diverso perché mi piace così.